Elementi essenziali della diagnosi
- L’esame delle feci rivela uova ovoidali, giallo-marroni (60-75 um per 40-50 um).
- Nelle feci possono passare catene di proglottidi (lunghe fino a 50 cm).
- Le proglottidi sono più larghe che lunghe (3 x 11 mm).
- Lo scolice è privo di uncini e presenta due scanalature (bothria).
- La proglottide gravidica contiene un utero centrale a forma di rosetta.
Considerazioni generali
Il D latum è diffuso in tutto il mondo e l’infezione viene contratta attraverso l’ingestione di pesce d’acqua dolce contaminato, crudo o cotto in modo improprio. A causa dell’entusiasmo per il pesce crudo o poco cotto, Siberia, Europa, Canada, Alaska e Giappone sono regioni endemiche per l’infezione da D latum. Una volta ingerita la cisti di D latum, il verme matura nell’intestino umano e inizia a produrre uova dopo 5 settimane. Un D latum maturo può raggiungere una lunghezza di diversi metri e contenere = 30.000 proglottidi. Le uova e le proglottidi passate nelle feci si schiudono dopo 14 giorni in acqua dolce in larve di coracidi ciliati, che vengono ingerite dall’ospite intermedio, il copepode acquatico. All’interno del copepode, le larve si sviluppano in una seconda forma larvale, il procercoide. Una volta che il copepode viene ingerito da un pesce d’acqua dolce, la larva procercoide matura nella larva plerocercoide, che può incistarsi nei tessuti del pesce. L’ingestione da parte dell’uomo di pesce preparato in modo improprio dà inizio all’infezione da parte della cisti della larva plerocercoide. Orsi, foche, gatti, visoni, volpi e lupi sono ospiti definitivi alternativi per il D latum.
L’infezione da Diphyllobothrium latum (D. latum) è rara in Italia, ma si verifica comunque, in particolare nelle regioni con laghi o fiumi d’acqua dolce dove il consumo di pesce crudo o poco cotto è più comune. Studi recenti hanno evidenziato la crescente popolarità del sushi e dei piatti a base di pesce crudo, che potrebbero contribuire alla diffusione del parassita. Secondo il Ministero della Salute italiano, sebbene l’incidenza dell’infezione da D. latum rimanga bassa, i casi si verificano sporadicamente, con alcuni focolai documentati legati a pesce d’acqua dolce preparato in modo improprio.
Ricerca italiana sul Diphyllobothrium latum
Uno studio pubblicato sul Giornale Italiano di Parassitologia (2022) ha esaminato il trattamento delle infezioni da D. latum in Italia, notando l’efficacia del praziquantel nell’eradicare il parassita. I medici italiani hanno sottolineato l’importanza della diagnosi precoce per prevenire le complicazioni, come la carenza di B12, che è una conseguenza nota dell’infezione cronica. Il regime di trattamento comprende in genere una singola dose di praziquantel e si raccomandano esami delle feci di controllo per garantire la completa eradicazione.
Risultati clinici
Segni e sintomi
L’infezione da D latum è spesso asintomatica, ma possono essere presenti sintomi come gonfiore, dolore addominale o diarrea. Più raramente, può verificarsi un’ostruzione intestinale. Una rara complicanza dell’interessamento cronico del piccolo intestino con D latum è lo sviluppo di una carenza di vitamina B12, caratterizzata da anemia con o senza sequele neurologiche. Questa sindrome si verifica più spesso nei pazienti con una predisposizione genetica allo sviluppo dell’anemia perniciosa, in genere le popolazioni scandinave.
Risultati di laboratorio
Spesso l’unico reperto anormale in un paziente infettato da D latum è la presenza di uova o proglottidi all’esame delle feci per la ricerca di ovuli e parassiti. L’esame del sangue può rivelare una lieve leucocitosi con eosinofilia e occasionalmente un’anemia megaloblastica associata a carenza di B12.
Imaging
Gli studi con contrasto del tratto gastrointestinale possono rivelare difetti di riempimento nastriforme corrispondenti al verme adulto.
Diagnosi differenziale
La manifestazione più comune dell’infezione da D latum è il trasporto asintomatico, che viene scoperto incidentalmente. Se i pazienti presentano dolore addominale e diarrea, la diagnosi differenziale include una varietà di cause infettive e non infettive. La diarrea da infezione da D latum non sarà associata a leucociti nelle feci; questo aiuta a formulare una diagnosi differenziale. Le eziologie non infettive da prendere in considerazione sono quelle osmotiche (ad esempio, intolleranza al lattosio) e secretorie (ad esempio, adenoma villoso), le sindromi da malassorbimento (ad esempio, sprue celiaca) e i disturbi della motilità (ad esempio, sindrome dell’intestino irritabile). Le eziologie infettive che causano diarrea senza leucociti nelle feci includono rotavirus, virus di Norwalk, Giardia lamblia, Entamoeba histolytica, Cryptosporidium spp. e diarrea tossigena causata da Staphylococcus aureus, Bacillus cereus, Clostridium perfringens ed Escherichia coli enterotossigeno.
Complicanze
Le complicanze variano a seconda della sindrome clinica associata all’infezione. La diarrea cronica può portare a malnutrizione. L’anemia megaloblastica secondaria alla carenza di B12 si verifica quando il parassita interrompe il complesso B12-fattore intrinseco, rendendo la B12 non disponibile per l’assorbimento da parte dell’ospite. La carenza di B12 può portare a sequele neurologiche, tra cui neuropatia periferica, demenza e possibile grave degenerazione combinata delle colonne posteriori. Inoltre, raramente l’infezione da D latum può provocare un’ostruzione intestinale causata da una massa di vermi impigliati.
Trattamento
La terapia per l’infezione da D latum consiste nella somministrazione di praziquantel o niclosamide (Box 2). Gli esami di controllo delle feci devono essere eseguiti 1 e 3 mesi dopo il trattamento.
Prognosi
Poiché la malattia non è comunemente associata a sintomi gravi, la prognosi dei soggetti infetti è eccellente. Un’eccezione è rappresentata dai pazienti che manifestano una carenza di B12, nei quali le complicazioni neurologiche sono reversibili solo se riconosciute e trattate precocemente.
Prevenzione e controllo
La prevenzione dell’infezione da D latum si ottiene attraverso un’adeguata cottura di tutti i pesci d’acqua dolce o il congelamento dei pesci per 24-48 ore a -18 °C (Box 3). Non è necessario isolare le persone infette.
In Italia, le misure preventive consistono principalmente nell’educare il pubblico sui rischi del consumo di pesce d’acqua dolce crudo. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di congelare il pesce per almeno 24-48 ore a temperature inferiori a -18 °C per uccidere eventuali larve prima del consumo. Inoltre, le autorità sanitarie sottolineano l’importanza di tecniche di cottura adeguate per il pesce, in particolare in aree come il Lago di Como e il Lago Maggiore, dove il consumo di pesce crudo è più comune.